Nel Nome della Dea Madre
La lotta per il potere al tempo dei Nuraghi
Un viaggio suggestivo nella Sardegna dell’Età del Bronzo, fra nuraghi e guerrieri
In una data indefinita fra il 1.200 e il 1.100 a.C., al culmine dell’Età del Bronzo e nel pieno dello sviluppo della civiltà nuragica, fra le tribù che popolavano la Sardegna esplode il conflitto circa la forma di potere che è tradizionalmente in uso nei villaggi.
Da una parte c’è chi intende perpetuare un potere orizzontale condiviso fra capi villaggio e famiglie aristocratiche e dall’altra nuovi gruppi di potere che intendono accentrare tutto il potere nelle mani di un solo uomo.
Per piegare i villaggi ancorati a tradizioni antiche si ricorre ad ogni mezzo che la fantasia e la crudeltà umana possono consentire.
Amicizie, amori, fede religiosa, ricatti economici, alleanze strumentali … tutto concorre ad una feroce lotta per il potere mentre, oltre il Grande Azzurro, si muovono ittiti, egiziani, ciprioti, cretesi e tutti i regni dell’Età del Bronzo mediterraneo.
All’ombra delle torri nuragiche, fra le botteghe dei fonditori e le tanche dei pastori, sulla scia delle navi che solcavano il Grande Azzurro e i riti ancestrali di un popolo di antica religiosità si insinua la trama per il Potere.
Una vera e dura saga per il Potere all’ombra dei Templi della Dea Madre secondo riti implacabili e feroci, comuni ad ogni epoca storica quando gli uomini combattono per la supremazia e il dominio.