Descrizione
Una rievocazione di figure emblematiche del passato proposte come modelli di vita e di valori genuini polemicamente contrapposti ai segni del decadimento del presente narrato.
La struttura testuale si dispone su una teatralità di rappresentazione in cui il palcoscenico è il paese di Solitudo (più spazio dell’anima e della memoria nostalgica che spazio fisico) che mette in scena una confessione collettiva su aspettative, delusioni, colpe di protagonisti di primo e di secondo piano della comunità, quando questa si rivede, attraverso i dialoghi dell’autore e dei personaggi, nel presente-futuro dell’anno 2047 con il testimone narrante ormai ottantenne.
Un percorso di riflessione intransigente, senza veli su tutto ciò che è stato, che poteva essere, che, forse sarà; con Solitudo orizzonte di una condizione umana smarrita.
Dialoghi intensi, piani retorici densi e tirati risultano funzionali allo schema e al risalto scenico.
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